Ancora oggi lo scalo conserva questa posizione privilegiata tanto da rivestire un ruolo di primaria importanza all’interno del network laziale.
Proprio in virtù delle particolari caratteristiche geografiche e geofisiche, punta in assoluto a diventare il primo porto in Italia, soprattutto per le sue potenzialità di sviluppo garantite da diversi milioni di metri quadrati di aree retroportuali disponibili.
Il porto di Civitavecchia, modello nel panorama infrastrutturale italiano per le modalità e la tempistica di realizzazione delle opere previste dal nuovo piano regolatore portuale, è stato diviso in due macro aree: a sud, nel porto storico, quella dedicata al turismo e al diportismo, con la creazione di uno dei Marina Yachting più suggestivi ed affascinanti del Mediterraneo; a nord l’area per i traffici commerciali, la pesca e il cabotaggio. Il tutto “difeso” dall’antemurale Cristoforo Colombo, trasformato in uno dei terminal crociere più lunghi del mondo. Oggi, Civitavecchia è il secondo porto crocieristico d'Europa e il primo in Italia e dispone di collegamenti marittimi giornalieri o settimanali ( c.d. Autostrade del Mare) per il trasporto di passeggeri e camion per Spagna, Sardegna, Sicilia e Tunisia.
Nonostante la previsione a gennaio 2020 dell’entrata in vigore della normativa europea sul tenore di zolfo nei combustibili marini, sin dal 2017 il network dei Porti di Roma e del Lazio ha lanciato un programma teso a ridurre l’apporto emissivo delle navi che stazionano in porto in misura superiore rispetto a quanto previsto dalla normativa. Fondi dell’Ente sono stati destinati ad incentivare l’utilizzo, a bordo delle navi, di tecnologie che garantiscono una riduzione delle emissioni in atmosfera e ciò ha comportato la scelta, da parte di uno dei maggiori armatori, del porto di Civitavecchia come porto per la prima nave a GNL (Gas Naturale Liquefatto) del mondo. Idem per quanto riguarda i traghetti, con il battesimo, lo scorso luglio, da parte dell’armatore Grimaldi, della Cruise Roma, prima nave zero emission in port.
Civitavecchia è uno dei primi porti in Italia ad aver adottato una misura simile, anticipando i contenuti della revisione della direttiva europea PRF (Port Reception Facilities) sul “green charging” associato al ciclo dei rifiuti prodotti a bordo nave, con i conseguenti vantaggi in termini ambientali.
E proprio per le politiche ambientali messe in atto nell’ultimo anno, nel corso dell’edizione 2019 di RemTech Expo, il porto di Civitavecchia ha ricevuto il premio “Smart Port of the Year & Green technology”.
Per quanto riguarda il settore crocieristico, il 2019 si è chiuso con un nuovo record. Oltre 2,6 milioni di passeggeri crocieristi sono transitati nel maggiore scalo laziale; cifra che, secondo le previsioni, crescerà anche nel 2020 e negli anni successivi. Ma il dato significativo riguarda l’affermazione di Civitavecchia come home port. Nel 2019, infatti, si è superato, per la prima volta, il milione di crocieristi in c.d. turn around e ciò ha comportato ulteriori vantaggi visto il maggiore indotto prodotto dagli sbarchi/imbarchi rispetto ai semplici transiti di passeggeri. Anche in prospettiva futura, quindi, si tratta di un segnale positivo per l’economia della città e del territorio poiché i crocieristi che decideranno di partire e concludere la crociera nel porto di Roma potrebbero trattenersi qualche giorno in più per visitare le innumerevoli bellezze naturali e storico- artistiche circostanti contribuendo, così, al rilancio delle attività commerciali del territorio.
Entro un paio di anni, inoltre, l’apertura a sud del porto di Civitavecchia diventerà finalmente realtà. La riapertura di un accesso già esistente in passato porterà alla nascita di “due porti”, uno per navi da diporto e maxi yacht ed un altro, più grande ed esteso verso nord, che continuerà a servire le navi da crociera, i traghetti e le navi commerciali. L’obiettivo principale, infatti, è quello di operare la separazione tra porto Storico e porto Commerciale con conseguente recupero dei valori storici, culturali e archeologici del porto di Traiano.
Con riferimento alle Autostrade del Mare, il porto di Civitavecchia si candida quale leader nazionale ed europeo. L’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale intende affrontare la sfida dei nuovi mercati con una strategia che ha quale obiettivo, da un lato, un’intensa attività di marketing territoriale e, dall’altro, il raddoppio della propria capacità ricettiva infrastrutturale.
Oltre all’intento di far diventare la “rotta” Barcellona-Civitavecchia sempre più competitiva, anche in ragione dei vantaggi di carattere ambientale, l’AdSP dei porti del Lazio promuoverà, infatti, interventi volti allo sviluppo di linee marittime strategiche con il nord Africa, in particolare con il Marocco, la Tunisia e l’Egitto. Per affrontare questa sfida e soddisfare i fabbisogni dei clienti finali, è necessario il completamento di opere infrastrutturali portuali come la nuova Darsena “traghetti” che consentirà un ulteriore sviluppo, in chiave ecosostenibile, delle Autostrade del Mare. Con la realizzazione di tali interventi infrastrutturali il porto di Civitavecchia potrà assurgere a vero e proprio polo dei segmenti Ro-Ro e Ro-Pax (principalmente collegamenti di linea con Tunisi e Barcellona) dell’Italia Centrale, nonché del traffico “automotive” e di quello delle merci deperibili (frutta fresca e agroalimentare) grazie anche alla sinergia con il Centro Agroalimentare Romano (CAR). Di recente (settembre 2019), inoltre, il porto di Civitavecchia si è aggiudicato un ulteriore finanziamento a fondo perduto dalla Commissione europea, previsto nel bando CEF (Connecting Europe Facility), dell’UE reti TEN-T, per il potenziamento dell'ultimo miglio ferroviario che consentirà di adeguare a standard europei le infrastrutture ferroviarie all’interno dello scalo laziale.
La realizzazione di tali interventi, importanti in termini di competitività dello scalo, stimabile in poco meno di due anni di lavori da concludersi presumibilmente entro il 2022, consentirà l’arrivo e la partenza dei treni merci lunghi fino a 680 m direttamente al porto garantendo, così, una maggiore efficienza del sistema nel suo complesso.
L’obiettivo è quello di rendere quanto più possibile indipendenti ed efficienti i diversi cicli operativi connessi alle diverse attività merceologiche, obiettivo perseguibile solo attraverso l’integrazione logistica tra l’infrastruttura ferroviaria, le aree di pertinenza limitrofe e la viabilità di riferimento, al fine di una efficace ed efficiente gestione del traffico sia su ferro sia su gomma. “Fast Track to the Sea” (questo il nome del progetto) si inserisce, quindi, a pieno titolo, nella programmazione intermodale europea, dimostrando ancora una volta la rilevanza e l’importanza del porto di Civitavecchia nello scacchiere economico e marittimo internazionale e delle Autostrade del Mare, nonostante sia (ancora) inserita nella “rete comprehensive” e non (come invece auspicato) nella “rete core”.
L’imminente istituzione della Zona Logistica Semplificata (ZLS), di fondamentale importanza non solo per il porto di Civitavecchia, ma anche per quelli di Fiumicino e Gaeta, creerà le condizioni favorevoli per l’attrazione di nuovi investimenti nelle aree in questione, curando al contempo la riduzione degli impatti ambientali. Le ZLS contribuiranno, infatti, alla competitività, alla crescita economica e all’incremento del livello occupazionale dell’intero cluster portuale e logistico laziale e, di conseguenza, dell’intera regione Lazio.
Oggi il porto di Civitavecchia può contare su circa 2.000.000 mq di banchine, 34 attracchi operativi da 100 a 400 m di lunghezza, per oltre 16 km di accosti, con pescaggi fino a 18 metri e fondali rocciosi.