Il neo Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolino, si è presentato così alla stampa, quella di settore e quella locale, particolarmente attenta, da sempre, alle tematiche che riguardano i porti del network laziale e, principalmente, il porto di Civitavecchia. Forte dell'esperienza maturata in quattro anni alla guida di un porto altrettanto legato al crocierismo, come quello di Venezia, il Presidente dell’Authority ha fornito la sua ricetta per far uscire i Porti di Roma e del Lazio da una situazione particolarmente delicata che ha portato sia il Collegio dei Revisori che il Comitato di Gestione a non approvare il bilancio di previsione per il 2021. E proprio sui temi legati al documento finanziario del prossimo anno, Musolino ha incentrato gran parte del suo intervento, anticipando l'intenzione di porre il problema ai massimi livelli istituzionali. Sente il peso sulle spalle il nuovo Presidente del sistema portuale laziale. La situazione dei porti di Roma e del Lazio non è certo facile per via della crisi di cui ancora non vediamo la definizione. “Partiamo – ha sottolineato - da una situazione di criticità, che è la mancata approvazione del bilancio preventivo 2021, ma ci sono difficoltà anche per il consuntivo 2020, che ha chiaramente risentito del Covid. Siamo infatti in presenza di un bilancio fortemente condizionato dal crollo del numero di approdi delle navi da crociera e da un fondo contenziosi enorme, che incide sulla parte relativa alle uscite. Le questioni legate al bilancio, non lo nego, non mi fanno partire col cuore leggerissimo. Sono estremamente consapevole della difficoltà del momento. Ma sono ottimista per natura: partiamo appesantiti per arrivare al traguardo in ottima forma. Con i miei uffici abbiamo già iniziato a lavorare per presentare a breve al Ministero vigilante un’ulteriore ipotesi di superamento di questa fase dovuta principalmente agli squilibri causati dagli effetti negativi della pandemia. Partiamo da una situazione di debolezza ed è chiaro che c’è la necessità che tutti i player istituzionali ci diano una mano e ci mettano in condizione di fare il nostro lavoro. Sento che ci sono tutte le condizioni per poter superare questa fase di criticità importante per poi dedicarci allo sviluppo dei nostri tre scali. Non sono un taumaturgo, ma è opportuno sottolineare che l’ente è in disavanzo, ma non in dissesto. Dobbiamo quindi agire in maniera tale da diminuire il più possibile l’esposizione al rischio con i contenziosi in piedi, situazione che limita noi e limiterebbe qualsiasi AdSP e che va affrontata anche pro futuro riducendo il coefficiente di litigiosità. Ma in questo credo che avremo al nostro fianco tutti i player istituzionali: nessuno può permettersi il default dei porti di Roma e del Lazio, sarebbe un problema per tutta la portualità italiana”. Il numero uno dell’Authority laziale ha poi iniziato a tracciare le linee del suo programma, in particolare riguardo al potenziamento dei traffici, che non può che iniziare da quelle che sono le caratteristiche specifiche dell’attuale scalo marittimo. “Civitavecchia – ha spiegato - è un grande porto ro/pax e crocieristico che ha subito maggiormente il contraccolpo diretto e immediato causato della pandemia e questo è innegabile. Ogni possibilità di percorso di immediata ripartenza passa necessariamente da qui, almeno sul recupero dei traffici legati ai passeggeri”.
Nel complesso dei traffici in generale, l’intenzione di Musolino sembra essere quella di provare a ricucire i rapporti fra i vari operatori e stakeholder dello scalo. “Sono orgoglioso di questo incarico – ha continuato – e lavorerò proprio per riallacciare i rapporti con tutte le realtà del territorio. Non a caso si parla spesso di ‘comunità portuale’ ed è quello che dobbiamo tornare ad essere, tutti insieme. Avrò come stella polare la trasparenza e la condivisione, la mia porta sarà sempre aperta, anche se alla fine bisognerà prendere delle decisioni e fare una sintesi. L’importante è che questo avvenga con onestà intellettuale. Potenziare e migliorare la capacità dei nostri porti significa lavorare per il bene di tutta l’Italia, e lo faremo tenendo sempre a mente tre criteri: la sostenibilità economica, sociale e ambientale. Aggiungo anche quella culturale. Un porto non è una monade, è inserito nel contesto della città e di questo bisogna tenere conto, compensando eventuali effetti negativi”. “In questi primi giorni ho già incontrato alcune delle anime del porto, andrò avanti su questa strada presentandomi io presso le loro sedi, visto che sono arrivato da poco ed è giusto che sia io a ‘presentarmi’. L’importante, lo ribadisco, credo sia tornare a quei concetti di comunità, mi piacerebbe che non si parlasse più di una vicenda in termini di guerra o conflitto”.
Poi ha risposto alle domande di alcuni tra i tanti giornalisti intervenuti.
Tra queste quella legata all’istituenda Zona Logistica Semplificata.
“La ZLS? Può essere un’ottima spinta, ma non deve restare un contenitore vuoto. Occorre un coordinamento pieno con tutti i soggetti, a partire dalla Regione. Adesso si tratta di passare dalla fase elaborativa, teorica alla realizzazione sapendo che può sicuramente essere un elemento di sviluppo e non deve rischiare di diventare un'altra occasione persa per il territorio”.
Poi il traffico dei container.
“Riguardo all’auspicata crescita del traffico dei contenitori non ho la bacchetta magica, ma credo ci siano gli spazi per avere numeri migliori. Ne parlerò con i terminalisti e con gli operatori”.
Sul contenzioso in atto proprio tra il terminalista dei contenitori e la società che si occupa delle operazioni di scarico della frutta che arriva in porto all’interno dei container.
“L’AdSP farà da arbitro, cercherà di trovare un accordo fra tutti i player. Le energie devono essere spese per attrarre nuovi traffici e per migliorare la capacità operativa e di connettività con l’entroterra. Vanno calmati gli animi e consentito di lavorare a tutti gli operatori al massimo delle loro possibilità senza inutili tensioni. Se si è comunità portuale si deve tener conto che la massimizzazione del proprio profitto e della propria capacità non può andare a pregiudicare l’interesse collettivo e complessivo della comunità. Troveremo le soluzioni tecniche più appropriate. Ho sentito vari operatori e le intenzioni ci sono tutte. Abbiamo già troppi problemi esogeni per andare a perderci in conflitti all’interno dei nostri porti”.
La gestione della nuova darsena traghetti in fase di realizzazione.
“Nei prossimi mesi analizzerò la questione con i miei uffici, serve una soluzione tecnico-amministrativa per far sì che questo compendio possa rendere. Il tema delle concessioni in generale ma in particolare a Civitavecchia va affrontato meglio perché vanno definiti i profili che dalle concessioni vanno poi alle entrate certe che ci permetterebbero di avere un bilancio meno esposto alle buriane del momento. Nei prossimi mesi troveremo la soluzione tecnico-amministrativa più appropriata per mettere a regime quel bene. Il demanio marittimo portuale va sempre assegnato con l’intento di massima valorizzazione per la collettività. Anche in questo caso evitando qualsiasi ricaduta di potenziali contenziosi: noi dobbiamo assegnare aree, far girare le merci, far arrivare navi e creare occasioni di investimento. E’ ovvio che il nostro è un sistema portuale che si basa non solo su Civitavecchia, ma anche su Fiumicino e Gaeta che hanno caratteristiche differenti. Su questi ultimi due porti è già stato fatto molto a livello di espansione delle infrastrutture, ma va data loro una identità più definita così come all’intero sistema portuale che deve essere a servizio dell’economia dei territori retrostanti ma deve anche avere un ruolo per l’economia regionale e del Centro Italia”.
Infine i rapporti col territorio.
“La convivenza porto-città è un tema di grande attualità e molto discusso. Provengo da una realtà dove le tensioni erano incredibili, qui, fortunatamente, ancora non sono esasperate. Interverremo insieme al sindaco Tedesco, che ho già visto, e lavoreremo affinchè la convivenza tra città e porto sia la migliore possibile anche sviluppando progetti di comunità. Sono convinto che i porti del Lazio saranno uno degli elementi fondamentali per lo sviluppo di questa regione nel prossimo futuro e questo deve essere costruito assieme alla stessa Regione, alla città metropolitana, alle associazioni degli industriali. Ognuno, per quanto di competenza, deve fare la sua parte”. Il neo Presidente dell'AdSP laziale ha anche anticipato misure tendenti a contenere i costi del personale, tra i più alti tra le varie authority portuali italiane, senza particolari scossoni ma attraverso percorsi condivisi.